Giuseppe Manno (FHNW) controbatte in un commento on-line al Tages-Anzeiger e ricorda che ogni livello scolastico si rivolge a un certo obiettivo formativo. Colpevoli delle pessime conoscenze degli studenti non sarebbero le lezioni nelle scuole frequentate, ma piuttosto i passaggi tra i singoli livelli scolastici.
Il Tages-Anzeiger ha riportato il 5 Luglio 2015 di una inquietante quota di bocciati al test di francese nelle alte scuole pedagogiche di lingua tedesca in Svizzera. Questi risultati costituirebbero la prova di una importante carenza di qualità dell’insegnamento delle competenze linguistiche nelle scuole primarie.
Giuseppe Manno (FHNW) controbatte in un commento on-line al Tages-Anzeiger e ricorda che ogni livello scolastico si rivolge a un certo obiettivo formativo. Colpevoli delle pessime conoscenze degli studenti non sarebbero le lezioni nelle scuole frequentate, ma piuttosto i passaggi tra i singoli livelli scolastici.
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È a questa domanda che Daniel Perrin (ZHAW) ha accettato di rispondere nella cornice di una trasmissione di Radio Energy dedicata all’uso delle imprecazioni nella vita quotidiana.
In un post accessibile dalla pagina in lingua tedesca di Language Experts, Daniel Perrin riassume in quattro punti le ragioni che noi adduciamo per imprecare, e relativizza il carattere di tabù che tendiamo ad attribuire a questa pratica. La NZZ ha pubblicato il 5 Giugno un’intervista di Severin Hacker, uno dei fondatori dell’applicazione per l’apprendimento linguistico Duolingo. Nell’intervista Hacker spiega il raggio d’azione, la prestazione e l’ulteriore sviluppo della sua applicazione.
In un commento online Michael Langner (Università di Friburgo) precisa a cosa effettivamente puo’ portare la creazione di tali applicazioni. Il problema principale, secondo Langner, sarebbe la valutazione della qualità. La proposta sarebbe troppo richiesta e gli utenti si fiderebbero di più di un’applicazione se non fosse gratis. Tuttavia rimane comunque una buona soluzione per offrire lezioni di lingua a livello universale. Leggere l'intervista di Severin Hacker e il commento di Michael Langner sul sito della NZZ oppure sul sito tedesco di Language Experts Altri articoli sul stesso tema: - Intervista di Severin Hacker su Watson Daniel Perrin ha risposto il 6 maggio scorso alle domande poste dall’emittente svizzero tedesca Radio-Energy. Il topic della trasmissione riguarda il linguaggio giovanile, concepito come un gergo , che si evolve nel corso del tempo. Le parole che sono state utilizzate in passato connotate da sfumature offensive e provocatorie, oggigiorno hanno un tono del tutto inoffensivo ; questo , spiega Perrin, non vuol dire che i giovani usino un linguaggio piu’ primitivo, ma dipende piuttosto dal fatto che queste parole sono ormai entrate a far parte del lessico comune. I giovani dovranno quindi continuamente darsi da fare in modo creativo per differenziare il loro linguaggio da quello dei loro predecessori.
Ascoltare le riposte di Daniel Perrin sul sito tedesco di Language Experts Il 7 maggio 2015, la Tribune de Genève ha pubblicato sul suo sito un reportage avente per oggetto uno scambio linguistico tra classi del Canton Ginevra e del Canton Obvaldo. L’articolo riporta che l’inglese è stato la lingua di comunicazione privilegiata tra gli allievi, a scapito del francese e del tedesco. In una lettera inviata alla Tribune de Genève, i professori Giuseppe Manno (HEP FHNW Basilea) e Christine Le Pape Racine (HEP FHNW Soletta) fanno il punto sull’apprendimento e l’utilizzo delle lingue nazionali nel contesto scolastico e professionale.
Link all’articolo e al commento in linea dal Prof. Manno Leggere la lettera dai Prof. Manno e Le Pape Racine inviata alla Tribune de Genève sul sito francese di Language Experts Due settimane fa il cantone Zug ha annunciato che a partire da settembre 2015 i giovani avranno la possibilità di fare un apprendistato in inglese per le formazioni in commercio e finanza, in controtendenza a quanto aveva pubblicato pochi giorni prima la NZZ, che aveva reso noti i risultati di uno studio della SGV/USAM, secondo il quale il 60% degli apprendistati svizzeri non necessitano di lingue straniere per i rispettivi lavori.
In una lettera al 24Heures, il Prof. Giuseppe Manno fa il punto della situazione delle lingue straniere per gli apprendistati in Svizzera e discute degli argomenti aggiunti dalla questione del cantone Zug e della SGV. Leggere la lettera del Prof. Manno sul sito francese di Language Experts Altri articoli sullo stesso tema: - 20Minutes, il 15.04.15 - Sul sito della SRF, il 13.04.15 - NZZ, il 5.04.15 - 24Heures, il 8.04.15 - Tio, il 7.04.15 La SRF ha di recente indagato sulla bassa popolarità dell’italiano nella Svizzera tedescofona e francofona. Perché i cittadini svizzeri studiano solo raramente questa lingua, sebbene amino adottare lo stile di vita italiano? È solo colpa dell’inglese, considerato lingua utile per il lavoro e il turismo, e fortemente favorito nell’educazione?
Giuseppe Manno, membro di Language Experts e professore di didattica delle lingue romanze alla Fachhochschule Nordwestschweiz (FHNW), ha reagito all’articolo con un commento online. L’articolo completo e il contributo del Prof. Manno sono disponibili sul sito della SRF (contributo originale) o sulla pagina tedesca di Language Experts (versione più lunga del contributo). La recente decisione della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) di sostenere l’insegnamento dell’italiano al livello della maturità ha suscitato molte reazioni nella stampa svizzera. I nostri esperti Matteo Casoni, Sabine Christopher e Elena Maria Pandolfi, ricercatori dell’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana (OLSI), hanno risposto a un articolo pubblicato sul Giornale del Popolo il 7 Aprile 2015. Questi esperti approvano le raccomandazioni della CDPE e ricordano l’importanza dell’apprendimento di questa lingua, promuovendo lo sviluppo di nuovi metodi didattici. ![]()
L’articolo del Giornale del Popolo “CDPE: rafforzare l'italiano al liceo” (7 Aprile 2015)
Altri articoli sullo stesso tema: - RSI, il 7 Aprile 2015: "Più italiano nei licei" - Le Matin, il 7 Aprile 2015: "Les cantons sont d'accord de promouvoir l'italien" - RTS, il 8 Aprile 2015: "Les cantons veulent promouvoir l'italien comme discipline de maturité" Il 19 Aprile la NZZ ha pubblicato un articolo sulla seguente conoscenza pedagogica: con i bambini bisogna parlare sin dalla più precoce infanzia. Il continuo parlare li aiuterebbe molto nel successivo sviluppo – e così si innalzerebbero le loro chance nella vita. In una lettera ai lettori non pubblicata e riprodotta sotto, Michael Langner (Università di Friburgo) ribadisce di nuovo l’importanza della comunicazione con i bambini e aggiunge anche alcuni consigli sullo stato attuale della ricerca.
Link all'articolo "Reden ist Gold" sul sito della NZZ Leggere la lettera di Michael Langner sul sito tedesco di Language Experts Il 7 aprile, il Ticinonline (Tio) ha pubblicato un articolo su un portale (anforderungsprofile.ch) dall’Unione svizzera di arti e mestieri (USAM) che cataloga le competenze richieste per un apprendistato. Il giornalista Filippo Suessli rivela nel suo articolo una tendenza preoccupante: per il 60% delle professioni non è necessario imparare una lingua seconda. Valeria Buttini (Università di Basilea), ha desiderato commentare questo fatto e prolungare la riflessione dell’articolo. In una mail alla redazione, spiega che l’apprendimento delle lingue straniere ha vari effetti cognitivi positivi e che potenzia le altre facoltà mentali. La redazione nella persona dell’ autore, Filippo Suessli, ha accolto positivamente questi commenti. Leggere l’articolo del Tio (07.04.2015) Leggere il contributo di Valeria Buttini: ![]()
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